Temporary blog

Gli indicatori corretti per la gestione delle scorte

Gli obiettivi Aziendali e gli obiettivi dei singoli Manager sono coerenti?

È nella natura stessa dell’imprenditore porsi degli obiettivi di risultato. Definire l’obiettivo Aziendale, in funzione della propria visione strategica (quindi per sé stessi), è relativamente semplice quando tutti i risultati dipendono dalla governance dell’imprenditore, ma diventa assai più difficile quando le dimensioni e la complessità dell’Azienda crescono. In teoria, ogni manager o dipendente, deve focalizzare il proprio lavoro per il raggiungimento di obiettivi parziali, che sono coerenti con gli obiettivi complessivi dell’Azienda e concorrono al loro raggiungimento. Questa affermazione, che appare ovvia e scolastica, è tutt’altro che semplice da realizzare.

 

Gestione delle scorte: ad ogni azione corrisponde una conseguenza

Creare il cosiddetto “cruscotto” di indicatori (KPI) che renda conto di come l’azienda stia performando, in relazione al risultato desiderato, implica una serie di attività:

  • una visione a lungo termine dell’Azienda;
  • una visione a breve/medio termine del percorso da compiere per giungere allo scenario di lungo termine;
  • rappresentare tale percorso con risultati quantitativi (il budget e gli obiettivi);
  • comprendere l’interazione reciproca delle attività caratteristiche: Azione > Conseguenza.
    Ad esempio, massimizzare i lotti di approvvigionamento delle merci per ottimizzarne i prezzi di acquisto e i costi di trasporto, comporta l’aumento delle scorte medie e viceversa. Avremo quindi un effetto sulla pianificazione finanziaria. Definire i trade-off appropriati per ciascuna realtà, nell’esempio precedente, se l’azienda necessita in particolare di capitale di terzi, conviene puntare ad una elevata rotazione delle scorte, per ridurre il capitale circolante, pur sforzandosi di contenere i costi, piuttosto che focalizzarsi sulla sola riduzione dei costi di acquisto;
  • declinare gli obiettivi parziali da raggiungere ed assegnarli ad ogni Responsabile di Funzione, la cui attività concorre all’obiettivo, avendo cura che obiettivi contrastanti siano “compensati” da obiettivi comuni.
    Sempre analizzando l’esempio precedente, il responsabile delle scorte dovrà garantire un’elevata rotazione dei prodotti, senza che si verifichino fermi produttivi. Il responsabile degli approvvigionamenti dovrà garantire sia la sostenibilità dei costi che l’indice di rotazione delle scorte obiettivo;
  • essere in grado di misurare le prestazioni assegnate con sufficiente precisione (certificazione del dato) e con semplicità. La misurazione del dato non deve assorbire risorse in modo irragionevole.

 

L’importanza di un pannello di controllo di 1°, 2° e 3° livello

Premesso tutto questo, occorre scegliere la combinazione di pochi KPI sintetici maggiormente rappresentativi per il controllo generale (KPI di 1°livello), a cui concorrono i KPI specifici delle funzioni/reparti (KPI di 2° livello) e sono monitorati dai rispettivi Responsabili di Funzione. Mentre il cruscotto sarà prevalentemente composto da KPI di tipo “economico”, al secondo livello, oltre ai fattori economici, i KPI devono dare buona rappresentazione dell’efficienza del “processo” ed in particolare dell’interazione tra attività concorrenti di diverse aree di responsabilità. Un classico, nelle imprese, sono le fatture ricevute dai fornitori che non si accordano con i corrispondenti ordini di acquisto. Oppure distinte materiali o disegni rilasciati non corretti e tempo trascorso tra ricevimento dell’ordine cliente di prodotti personalizzati ed invio della conferma per la data di consegna.

Personalmente ritengo che il cruscotto generale ed ogni area di responsabilità dovrebbe monitorare mediamente 3 indicatori, eventualmente mantenendo degli indicatori di 3° livello per il controllo specifico di alcune attività critiche/collo di bottiglia, ad esempio, l’efficienza di alcune macchine o linee produttive.

 

La scelta degli indicatori più idonei è una delle attività standard che un Temporary Manager è tenuto a compiere nei propri incarichi e ne rappresenta la sintesi estrema. Infatti, tali indicatori danno evidenza e misura del cambiamento operato e rappresentano lo strumento di controllo dell’Azienda per proseguire il percorso intrapreso e “non perdere la retta via”.

 

Nicola Lubian
Temporary Manager Professionista | Supply Chain & Purchasing
nicola.lubian@manageratempo.com

 

Condividi l'articolo
Autore: Nicola Lubian
Pubblicato il 28 / 03 / 22

Iscriviti alla
newsletter

Rimani sempre aggiornato sul mondo del Temporary Management!
Ricevi gratuitamente tutte le News, Eventi, Convegni, Video, Articoli e Case Histories