Ricordi estivi
Ho conosciuto “Maschio Gaspardo” durante le mie estati in campagna. Non Egidio Maschio, non il fondatore dell’omonima azienda di Campodarsego da lui fondata nel lontano 1964 assieme ai fratelli Giorgio e Antonio. Erano gli anni ’70 e ’80 e il “Presidente”, così gli piaceva essere chiamato, lo conobbi molto anni dopo per una strana sorte del destino che racconterò nelle righe successive.
Iniziai a vedere il marchio “Maschio Gaspardo” nella campagna dei miei nonni. Il marchio rosso e bianco della Maschio Gaspardo, assieme al marchio “Ferrari”, si vedeva ovunque. Essi riassumevano un po’ la passione per le macchine agricole e per i motori che accumunava mio nonno e lo zio.
In particolare quello di “Maschio Gaspardo” lo si poteva notare negli attrezzi agricoli, nelle riviste di agricoltura della Coldiretti, nei calendari appesi un po’ ovunque, nelle schede informative dove vi erano tutte le indicazioni per l’aratura, la semina e il raccolto.
Erano gli anni dove Lauda vinceva con la scuderia Ferrari e nella mia fantasia di bambino l’associazione del marchio “Ferrari” con il marchio “Maschio Gaspardo” rafforzava ancora di più l’importanza di quest’ultimo. Vedere e utilizzare le macchine di “Maschio Gaspardo” nella campagna dei miei nonni era motivo di orgoglio.
L’innovazione come leva per lo sviluppo
Ammirare l’aratro, la seminatrice o l’erpice sotto la “barchessa” quasi fossero dei pezzi da esposizione era sempre occasione di scoperta. Tutte le volte che mi fermavo a guardarle individuavo un nuovo particolare, un dettaglio costruttivo che ti faceva capire che nulla era lì per caso ma tutto era stato pensato per lavorare meglio la terra. Ogni singolo pezzo era il frutto di un’innovazione industriale che andava ad impattare in modo determinante sulla capacità produttiva della filiera agricola. La “Maschio Gaspardo” non ha creato delle semplici macchine per la lavorazione del terreno ma è stata, forse inconsapevolmente nei primi anni, una delle aziende che ha contribuito maggiormente allo sviluppo economico e industriale in Italia.
Le innovazioni introdotte da Egidio Maschio hanno cambiato radicalmente il modo e le condizioni di lavoro degli agricoltori. La capacità produttiva in campagna ha subito negli anni ’70 e ’80 un’accelerazione senza precedenti tanto da creare per l’azienda agricola quel valore aggiunto necessario per migliorare le condizioni di vita dei propri braccianti e attivare nuovi investimenti.
La terra. Elemento naturale da cui tutto ebbe inizio.
Mio nonno dopo anni come mezzadro riuscì ad acquistare un po’ alla volta e con molto sacrificio la campagna dal padre di Mario Draghi, ex Governatore della Banca d’Italia e poi Presiedente della BCE. Pochi sanno che la famiglia Draghi trascorreva brevi vacanze estive nel vicentino e in molte occasioni erano ospiti nella fattoria dei miei nonni ad Asigliano Veneto, piccolo paese della bassa vicentina dove la campagna regna ancora oggi indisturbata quasi il tempo si fosse fermato. E’ un piccolo angolo di Paradiso, come lo definisco io, dove si apprezza ancora il trascorrere delle stagioni grazie al tipo di appezzamento e alla coltivazione del terreno.
E’ probabilmente uno di quei cari angoli di mondo a cui piaceva riferirsi Egidio Maschio quando alla domanda “E’ possibile investire ancora in Italia?” lui rispondeva senza esitare “Si, c’è ancora tutto da fare”. La realtà di Asigliano Veneto è come quella di tante realtà in Italia e nel mondo a cui l’imprenditore Egidio Maschio credeva. La vocazione agricola, lo spirito al sacrificio, la volontà di emergere e creare sviluppo rappresentavano ciò che lui andava cercando per proporre i suoi prodotti, la sua fabbrica e i suoi valori.
Una strada in salita. Voglia di emergere.
Egidio Maschio nacque nel 1942 e dopo qualche anno come operaio meccanico alla Carraro Spa di Campodarsego (PD), decise a 22 anni, assieme ai fratelli Giorgio e Antonio, di avviare l’azienda “Maschio”. Partì nel 1964 dalla stalla adiacente alla povera casa di famiglia, detta anche la “la case delle frese”, che fu adibita a laboratorio meccanico. Qui iniziarono le prime produzioni di frese. La sua fu una vita molto povera e grazie alle competenze di meccanica acquisite nell’azienda di Mario Carraro, con il quale lui ebbe sempre un rapporto di stima e amicizia, riuscì ad emergere diventando uno degli imprenditori veneti più capaci nel mondo.
L’intuizione
Egidio si convinse poco dopo che doveva puntare sul mercato delle seminatrici, un business che era stato dismesso dalla Carraro SpA. Nel 1975 inizia la commercializzazione dei propri prodotti all’estero avviando un processo di crescita che lo porterà nel 1979 all’acquisizione dello stabilimento produttivo Terranova a Cadoneghe (PD) per supportare i reparti adibiti alle lavorazioni meccaniche. Nel 1994 acquisisce l’azienda Gaspardo Seminatrici Spa di Morsano al Tagliamento (Pordenone), realtà nata nel 1834 e conosciuta in tutto il mondo per la qualità delle sue seminatrici. Dopo questa acquisizione nasce il marchio “Maschio Gaspardo Spa”.
Alla scoperta del mondo
Sebbene già nel 1993 fosse stata aperta la prima filiale all’estero in Francia, il vero processo di internazionalizzazione iniziò dall’anno 2000. Il mercato cambiò improvvisamente. L’Europa dell’Est, la Cina, l’India e parte del Nord Africa aprirono i propri mercati. Ciò permise alle imprese europee e americane nuove opportunità di sviluppo e costi di produzione inferiori ponendosi però in una posizione di forte concorrenza con i produttori locali.
Egidio Maschio, da buon imprenditore, capì che da questo fenomeno la “Maschio Gaspardo” poteva cogliere solo delle opportunità. Avviò perciò una strategia che doveva mettere nelle condizioni l’azienda di essere presente nei mercati esteri con una produzione e distribuzione locale. Nel 2003 aprì lo stabilimento in Romania, nel 2004 in Cina (rinnovato e ampliato nel 2014) e nel 2011 in India.
Le acquisizioni
Nel decennio successivo si avvia una strategia di crescita per linee esterne al fine di ampliare la gamma di prodotti da offrire al mercato. Nel 2012 viene acquisita Finotto Macchine Agricole, specializzata nella produzione di macchine semoventi per il diserbo e protezione delle colture. Nel 2012 viene portata a termine l’acquisizione della Unigreen Spa dal Gruppo emiliano Yama, specializzata nella produzione di macchine portate e trainate per il diserbo e la protezione delle piante. Nel 2014 viene acquisita la Officine Meccaniche Ing. A. Feraboli S.p.A, storica azienda di Cremona specializzata nella produzione di attrezzature per la fienagione. Realtà industriali che hanno visto recentemente una fusione con Maschio Gaspardo Spa.
Egidio Maschio fu non solo un imprenditore attento al mercato ma anche alla continuità aziendale favorendo l’introduzione in azienda dei due figli, Andrea e Mirco Maschio. Oggi infatti, attraverso la Maschio Holding Spa, detengono la maggioranza del pacchetto azionario di Maschio Gaspardo Spa.
L’imprenditore buono
Il suo Paese di origine, Campodarsego, situato nell’alta padovana all’interno del famoso graticolato romano, lo riteneva un imprenditore buono. Sono molte le testimonianze di persone che hanno ricevuto un aiuto da lui sotto varie forme. Con la gente comune in difficoltà emergeva tutta la sua umanità. L’uomo imprenditore non volle mai dimenticarsi delle sue origini e probabilmente questo legame gli permise di avere sempre una soluzione ad ogni problema.
L’incontro
Ma veniamo al mio incontro con Egidio Maschio. Era un settembre del 2005 e avevo appena iniziato l’Executive MBA alla Fondazione CUOA. Dopo dieci anni di lavoro in azienda decisi di investire due anni in un questo Master in Business Administration. Ho sempre avuto la curiosità di sviluppare le mie competenze e la voglia di applicarle subito sul campo. Gestire un’azienda oggi o una parte di essa richiede una grande responsabilità che non deve essere sottovalutata.
Qualche settimana prima avevo inviato un curriculum vitae alla “Maschio Gaspardo”. All’epoca abitavo a Bevilacqua, un piccolo paese della Bassa Veronese, dove le fabbriche di medie-grandi dimensioni nel raggio di almeno 30 chilometri si contavano su una mano: Riello Spa, Aermec Spa, Samo Spa, Ferroli Spa, Sime Spa. Lavoravo per una multinazionale tedesca in quegli anni che aveva appena acquisito alcune aziende padovane. Ad un certo punto volevo ritornare a vivere il clima della fabbrica del nostro territorio dove si respira la voglia di fare impresa, la condivisione delle scelte e la responsabilità di esserne parte. Visto il numero limitato di aziende presenti tra la bassa veronese e bassa padovana decisi allora di ampliare il mio raggio d’azione.
Avevo letto sul giornale che in “Maschio Gaspardo” si cercava un Marketing Manager. Oltre al Curriculum Vitae allegai anche una breve lettera di presentazione scritta a mano e indirizzata al Presidente Egidio Maschio. Pensai fosse importante avere con l’imprenditore un modo di comunicazione diretto, senza filtro alcuno, una penna, un foglio e me stesso. Oggi qualcuno potrebbe chiamare questa scelta come una strategia di “personal marketing”. Per me era solo un modo un po’ più informale per ridurre le distanze tra l’interlocutore e me stesso.
Il pacchetto di dolci
La scelta di indirizzare la lettera a Egidio Maschio fu azzeccata. Dopo qualche giorno fui chiamato al colloquio nella sede di Campodarsego in via Marcello. Viste le dimensioni dell’azienda ero convinto di incontrare il Responsabile del Personale. Invece con mio grande stupore mi ritrovai di fronte a Egidio Maschio. Fu un incontro molto destrutturato. Del colloquio di lavoro come in molti lo immaginano vi fu ben poco. Riguardo la ricerca di un Marketing Manager non ci fu nessun cenno. In compenso parlammo di tutto. Volle sapere delle mie origini, dei miei studi, del Master appena iniziato, delle mie esperienze di lavoro. Mi chiese cosa pensavo del marchio “Maschio Gaspardo” e gli raccontai delle emozioni che fin da piccolo mi trasmise quel nome. Dal racconto di ogni singolo particolare delle frese e delle seminatrici, che ebbi la fortuna di conoscere nella campagna dei nonni, capii quanto appassionato era del suo lavoro. Fu improvvisamente, come da bambino, condividere con qualcuno il mio pacchetto di dolci. Iniziò a raccontarmi dei suoi progetti di apertura di nuovi stabilimenti, delle sue difficoltà con il mercato americano e del suo sogno di conquistare il mercato africano. Era chiaro che in quel momento non intendeva sprecare nessun dolce rimasto ormai nel nostro pacchetto. Tanto che quello successivo lo percepiva più squisito del precedente. Il suo fu un fiume in piena, fatto di sogni realizzati e sogni da realizzare.
L’incontro andò avanti per circa due ore e mi sorpresi come per tutto quel tempo non ci fu nessuna interruzione, nessuna telefonata esterna o sospensione che normalmente un imprenditore come Egidio Maschio può avere con 8 stabilimenti produttivi, 13 filiali commerciali e quasi 2000 dipendenti.
Alla fine volle sapere quando era previsto il termine del mio Master. Gli dissi che durava due anni. Era una formula studiata appositamente per manager che già avevano qualche responsabilità in azienda. Si teneva durante il fine settimana per dare la possibilità di coniugare lavoro e studio. La fine era prevista per Settembre 2007. Mi invitò a prepararmi bene perché il futuro riserverà grandi cambiamenti e dovevamo essere pronti. Mi disse che il marketing mi stava stretto e mi saluto dicendomi: “Lei deve fare come me…vedere il mondo perché c’è tanto da fare. Si faccia vivo al termine del suo Master così facciamo un’altra chiacchierata…”.
Il futuro riserva ancora sogni da realizzare
Purtroppo quel secondo incontro non avvenne e ancora oggi me ne rammarico. Terminato il Master iniziai subito una nuova esperienza lavorativa per una storica azienda di Padova. Nello stesso anno, per una strana sorte del destino, conobbi una ragazza originaria di Campodarsego che dopo qualche anno divenne mia moglie. Oggi viviamo a Campodarsego e abbiamo tre figli.
Abitando nel paese natale di Egidio Maschio ho ricordato più volte quell’incontro ai miei figli. Ho raccontato loro che i sogni non sono riservati solo a coloro che se li possono permettere. I sogni sono fatti per essere realizzati, come ci aveva insegnato Egidio Maschio. Non dipende dalle risorse che hai a disposizione o dal ceto sociale a cui appartieni. Ciò che fa la differenza è se nella tua tasca hai quel pacchetto di dolci dove il successivo ti sembra più squisito del precedente. Dove la passione e la curiosità prevalgono su tutto. Questo era il segreto di Egidio Maschio.
Mentre spiegavo questo difficile concetto mi accorsi che i miei figli, ancora in tenera età, si misero con impegno a frugare nelle loro tasche alla ricerca di qualche dolcetto.
In quel momento percepii che Egidio Maschio ha fatto in modo che quel pacchetto di dolci non fosse ancora finito. Sono sicuro che anche lui oggi li avrebbe trovati squisiti, molto di più di quelli mangiati allora.